Il famigerato Ponte sullo Stretto di Messina continua a far discutere. Dall’Unione Europea sembrano giungere segnali poco incoraggianti
Un passo avanti, molto piccolo, per il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina voluto fortemente dal segretario della Lega e Ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini. Il numero uno del Carroccio può sorridere per aver incassato un primo parziale via libera.
Il Parlamento europeo ha infatti approvato un pacchetto di norme necessario a regolamentare i finanziamenti alle principali reti di trasporto del Vecchio Continente, tra le quali è stato inserito il fatidico Ponte che dovrà (dovrebbe) collegare Villa San Giovanni a Messina.
Dunque, Matteo Salvini può mettere a segno un punto a favore verso la costruzione di un’infrastruttura che a suo dire potrebbe risolvere quasi in un colpo solo i problemi del meridione: “Porterà lavoro a migliaia di persone e il suo indotto genererà occupazione e sviluppo“.
Il Ponte è stato inserito tra le opere finanziabili grazie all’inserimento di un emendamento all’iter parlamentare da parte della Lega e ora il cosiddetto regolamento Ten-T prevede che tra le opere finanziabili per rafforzare il lunghissimo corridoio dalla Norvegia a Palermo ci sia anche la cosiddetta “Autostrada Villa San Giovanni – Messina“.
Si tratta dunque di un primo ‘sì’ all’opera che Salvini promuove da anni. Ma è comunque un successo molto parziale e in attesa di future verifiche importanti. Come ha sottolineato l’eurodeputata dei Verdi, Rosa D’Amato, siamo ancora agli albori di un percorso che prevede ancora parecchie tappe.
“Il coordinatore del corridoio, Pat Cox, ha confermato come al massimo l’Ue possa versare un cofinanziamento del 50% degli studi di fattibilità e delle valutazioni d’impatto: una manciata di soldi – ha sottolineato la D’Amato – a fronte di un’opera che dovrebbe costare oltre 13 miliardi di euro“.
Rosa D’Amato ha poi lanciato un monito invitando tutti i promotori dell’opera a non fare troppi salti di gioia. Il percorso verso la realizzazione del Ponte sullo Stretto è tutt’altro che semplice: “La strada è più che in salita e richiederà diversi anni. Sempre che Bruxelles decida di finanziare il ponte“.
Anche perché prima di dare il via libera ai finanziamenti il progetto dovrà soddisfare requisiti fondamentali come sostenibilità finanziaria, maturità progettuale e compatibilità ambientale che secondo la D’Amato “la bozza di progetto sul tavolo a Roma ancora non soddisfa, neanche lontanamente“. Una situazione quindi ancora complicata.